giovedì 5 giugno 2014

La novella di Narciso (dal Novellino) /Analisi del Testo / Prof. Maria Mignosa




« Qui conta come Narcis [s '] innamorò de l'ombra sua »
(Dal « Novellino », Raccolta anonima di novelle del Duecento



1 Narcis fu molto buono e bellissimo cavaliere. Un giorno avvenne ch'elli si
2 riposava sopra una bellissima fontana, e dentro l'acqua vide l'ombra sua molto
3 bellissima. E cominciò a riguardarla e rallegravasi sopra alla fonte, e l'ombra
sua facea lo simigliante.E cosi credeva che quella ombra avesse vita, che istesse
4 nell'acqua, e non si accorgea che fosse l'ombra sua. Cominciò ad amare e a
5 innamorare sì forte, che la volle pigliare. E l'acqua si turbò, l'ombra spario;
6 ond'elli incominciò a piangere. E l'acqua schiarando vide l'ombra che piangea.
7 Allora elli si lasciò cadere nella fontana sicché annegò.
8 Il tempo era di primavera; donne si veniano una fontana alla diportare; videro il
9 bello Narcis affogato. Con grandissimo pianto lo trassero alla fonte, e così ritto
10 l'appoggiaro alle sponde; onde dinanzi allo dio d'amore andò la novella. Onde lo
11 dio d'amore ne fece nobilissimo mandorlo, molto bello e molto bene stante, e fu
12 ed è Iil primo albero che prima fa frutto e rinnovella amore.


" Novellino " è il titolo che dalle edizioni ottocentesche in poi designa l'anonima raccolta del Duecento
di cui la breve novella riportata fa parte.

La tradizione manoscritta intitola invece l'opera « Libro di novelle e di bel parlar gentile ».

La rubrica iniziale precedente il prologo, coincidente con la prima novella, introduce una classificazione interna tra le novelle dell'intera raccolta, divise in: fiori di parlare, belli riposi  (cioè detti eleganti o sagaci, risposte pronte e argute, un elogio, cioè, all'acume e all'ingegno) belle cortesie, belle valentie, belli donari, belli amori (cioé atti di cortesia, di prodezza, di generosità, avventure amorose).

La classificazione ci introduce già a quei temi che conosciamo propri della narrativa del Boccaccio.

La nostra novella è inclusa nella sezione Belle cortesie e belli amori; contesto storico culturale e tema della sezione sono quindi due elementi essenziali che definiscono gli elementi originali del contenuto del nostro testo, ripreso dal famoso episodio narrato da Ovidio nelle Metamorfosi, secondo il quale Narciso, condannato a innamorarsi dell'ombra sua per non aver ricambiato l' amore di Eco, muore nel tentativo di afferrrarla e viene trasformato in fiore.

E anche vero però che la favola classica aveva subito, come osserva il semiologo Cesare Segre, rifacimenti provenzali e francesi che facevano del protagonista un cavaliere e inserivano la figura del dio dell'amore.

E' evidente dal testo ( motivi 1,11), che l'anonimo autore del Duecento deve essersi servito delle varianti medievali al racconto classico. Qualcuna delle fonti doveva essere anche in versi, dato che il testo presenta, sopratutto nel secondo capoverso, l'andamento della lassa con parallelismi sintattici assonanze e rime.





Analisi del testo:

1. Scomposizione in sequenze


    due in tutto:

    1 ° Sequenza: Innamoramento e morte di Narciso.

    2 ° Sequenza: Sua trasformazione in mandorlo

2. Fabula  (Azioni in ordine cronologico)

(Assumiamo solo le azioni essenziali per lo sviluppo successivo, indicando a fianco lo schema logico dell'azione):

a) Situazione Iniziale
   1 Narciso vede l' ombra sua riflessa nelle acque di una fontana

b) Esordio
    2 Sorride e si accorge che l'ombra fa altrettanto

c) Sviluppo dell'azione
    3 La scambia per una persona reale
    4 Se ne innamora
    5 Cerca di afferrarla

d) Spannung
    6 L'ombra svanisce nelle acque intorbidate
    7 Narciso piange
    8 Alla vista dell'ombra che piange, anch'essa si lascia cadere giù
    9 Annega

e) Epilogo
   10 Alcune donne vedono Narciso affogato
   11 Lo tirano fuori dalla fonte
   12 La notizia si diffonde
   13 Il dio Amore trasforma Narciso in mandorlo

3. Intreccio

   L'intreccio coincide con la fabula.


Commento

La narrazione, stringata, si ispira all'ideale retorico della brevitas. Per questo si avvale di una sintassi elementare, chiara, ordinata, basata silla paratassi e sul gusto per uno stile conciso ed elegante che riproduce l'immediatezza del linguaggio parlato.

La brevità conferisce al racconto uno sviluppo logico essenziale, che procede senza ellissi, muovendo da una situazione iniziale di stasi, (1), un esordio che dà il via all'azione (2), uno sviluppo (3-7) che trova il punto di massima tensione (spannung) in 8-9, per concludersi con un epilogo che ristabilisce una situazione nuova rispetto a quella iniziale (10-13).

La scelta stilistica della brevitas determina, probabilmente anche la coincidenza tra fabula ed intreccio e il prevalere dei "motivi legati" rispetto a quelli "liberi".
Motivi legati sono 7 e 8 che riportano il pianto come conseguenza della scomparsa dell'ombra e come causa della morte di Narciso.
Il pianto è particolare ripreso nel "motivo libero" del secondo capoverso: "con grandissimo pianto lo trassero alla fonte". E' quindi indicativo della sensibilità dell'animo del giovane cavaliere, di quella che egli attribuisce all'immagine riflessa, per consolare la quale "si lascia cadere giù", delle donne "venute a diportare" (non popolane venute ad attingere acqua), collocate quindi nella tradizione letteraria del modello cortese, come di tutto il contesto presso cui cui si diffonde la notizia e dello stesso dio dell'amore.

Tutti i motivi rilevati, mentre focalizzano l'attenzione sul titolo dell'intera Raccolta: "Belli amori e belle cortesie", riconducono al quadro dell'amore cortese (amore come prerogativa dei" Fedeli d'Amore "), arricchito di un nuovo elemento, la sensibilità d'animo, che richiama in parte la gentilezza stilnovistica.

Che questo sia il tema centrale del racconto è, tra l'altro, confermato dal fatto che l'epilogo, in cui questa parte è rimarcata, occupa —nell'economia del racconto— uno spazio relativamente lungo rispetto alle altre parti (tutto il secondo capoverso).

Infine anche  la metamorfosi di Narciso in mandorlo, variante del fiore in cui il fanciullo veniva trasformato nel racconto ovidiano, ribadisce il ruolo centrale svolto dall'amore nell'episodio, assegnando al testo un significato simbolico, completamente assente nel testo classico e, comunque, totalmente capovolto rispetto ad esso. Tale significato é ripreso nell'ultimo motivo libero: l'albero nel suo primaverile precoce fruttificare "rinnovella" l'amore, non il narcisistico autocompiacimento della propria della bellezza, di un Narciso incapace di amare e condannato ad innamorarsi di sè.

Altre considerazioni potrebbero essere fatte sulla voce narrativa e sul significato simbolico dello spazio e del tempo :

La voce narrativa (il narratore esterno alla storia), assume il punto di vista del narratore onnisciente, punto di vista che è esplicitato attraverso l'aggettivazione: all'inizio, infatti, di Narciso, dice che è buono e bello; bontà e bellezza sono quindi gli attributi essenziali dell'amore nella sua scala di valori; che poi la seconda sia prevalente rispetto alla prima è sottolineato, oltre che dalla ricorrenza dell'aggettivo bellissima / molto bello attribuito all'ombra, alla fontana, al mandorlo che ne rende perenne l'amore, e allo strazio delle donne alla vista del bello Narcis affogato.

Quanto dello spazio e del tempo,  anch'essi indeterminati, come è normale nelle favole, e a maggior ragione in questa di contenuto mitologico, abbiamo la cornice stilizzata tipica della letteratura dell'epoca (tempi di cavalieri, amori e cortesie, luoghi ameni, con fontane dalle limpide acque cristalline, dove giovani fanciulle vengono a riposare e a diportare ): lo spazio così rappresentato, assume però un significato simbolico, collegabile al tema del racconto: l'amore si identifica con la giovinezza e la purezza: la prima (la giovinezza) implicitamente sottesa al riferimento al tempo della primavera e alla fecondità del mandorlo, che si rinnova ad ogni ritorno della stagione; l'altra (la purezza) alla limpidità dello stagno e alla serenità del luogo in cui si svolge e si conclude il tragico idillio.


Maria Mignosa
Siracusa, 15 ottobre 1999

Rivisto il 19 giugno 2014

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